Punta Venezia
Punta Venezia è un progetto in progress di Hannes Egger che prende avvio al Filatoio di Caraglio nella prospettiva di realizzare nei mesi estivi un intervento dell’artista presso il bivacco sull’omonima vetta del Monviso. Come altri lavori di Egger, formatosi in filosofia all’Università di Vienna e tra i fondatori del Meraner gruppe, un collettivo di artisti che opera in un territorio montano di confine come il Trentino-Alto Adige e su temi che lo attraversano, Punta Venezia indaga il rapporto tra nomi e luoghi tracciando traiettorie capaci di innescare relazioni e scambi tra differenti situazioni geografiche, culturali e identitarie. Punta Venezia è uno dei due progetti speciali inseriti nell’esposizione Mente locale. Nuovi committenti per una mostra.
Il progetto Punta Venezia nasce da una ricerca condotta da Hannes Egger a conclusione di See you, installazione presentata nel 2011 alla Biennale di Venezia, ospite della mostra di Markus Schinwald all’interno del Padiglione austriaco. In quel caso il progetto era incentrato sul Großvenediger, la vetta più alta della catena montuosa Venediger negli Alti Tauri, in Austria (3.666 metri di altitudine), scelta dall’artista per via del nome, “punta Venezia”, di origine ignota ma che a partire dall’Ottocento si pensava traesse origine dalla possibilità, una volta sulla cima, di vedere la celebre città lagunare. Un colpo d’occhio, impossibile nella realtà, che dal cuore del vecchio impero austriaco avrebbe potuto abbracciare territori lontani poi perduti. Con SEE YOU Egger ha reso questa visione per la prima volta possibile attraverso la trasmissione in tempo reale nel rifugio Kürsingerhütte sul Großvenediger delle immagini dei visitatori della mostra a Venezia, riprese dalla videocamera collocata dentro il padiglione austriaco (mentre i proprietari di uno smartphone potevano vedere la città lagunare anche dalla cima della vetta). All’incrocio tra nuove rotte dello sguardo e del pensiero, SEE YOU tocca il rapporto tra visione e controllo, tra natura e cultura, ma soprattutto tematizza e rovescia la nozione di confine, facendo emergere le affinità tra un rifugio montano austriaco e un padiglione espositivo dei Giardini della Biennale di Venezia, concepito secondo il principio della rappresentanza nazionale e considerato territorio austriaco su suolo italiano. E’ una riflessione che sta alla base del progetto presentato al Filatoio: Punta Venezia, una cima della cresta Nord del Monviso il cui nome, databile agli inizi del XIX secolo, come altri di questo arco alpino che divide l’Italia dalla Francia – punta Udine, punta Trieste, punta Roma – ha un esplicito valore nazionale e geopolitico. Ancora una volta Hannes Egger apre la via al mare, innescando una ulteriore relazione tra Alpi e Adriatico, istituendo una reciprocità tra “punte” da scalare in cui la natura del confine si rivela ancora una volta una questione di sguardi e punti di vista. E così accade che la Punta della Dogana a Venezia venga risalita da uno scalatore e che in Piemonte, quando sarà possibile accedervi, la Punta Venezia sia raggiunta dall’artista e la piccola architettura militare divenuta un rifugio alpino del CAI Cavour (a quota 3.080 metri) venga rinominata Padiglione alpino. Come un possibile padiglione satellite della prossima Biennale di Architettura di Venezia, ma transnazionale e aperto a tutti: agli scalatori, agli artisti, al pubblico e a tutti coloro che vorranno lasciarvi una traccia.