Critics

Market Performance

Frida Carazzato

Oggi giorno i mercati cittadini sono ancora luoghi di scambio? Chi li frequenta e come li frequenta? Nella sua pratica artistica Hannes Egger (1981, vive e lavora a Lana e Bolzano) analizza le dinamiche sociali di aggregazione per sviluppare progetti che partono da percorsi di condivisione o da statement lanciati dall’artista stesso attraverso un confronto diretto con il pubblico. Market Performace è un’azione che ha avuto luogo per la prima volta il 17 dicembre  2011 nel mercato cittadino di Piazza della Vittoria a Bolzano. Market Performance parte dall’osservazione sui luoghi di mercato e sugli aspetti che oggi li caratterizzano.

Invitato da Museion, museo d’arte moderna e contemporanea a riflettere su come il museo d’arte contemporanea poteva presentarsi e proporsi nel tessuto sociale della città di Bolzano in occasione di un luogo particolare come il mercato cittadino, Hannes Egger prima ancora di proporre possibili modalità per presentare/rappresentare in questo caso Museion, è partito dalla questione su cosa il luogo del mercato rappresenta nel nostro presente e nelle nostre realtà urbane. L’agorà (ἀγορά, da ἀγείρω = raccogliere, radunare) nella Grecia Antica indicava la piazza principale della polis, della città. Il luogo dove le persone si radunavano principalmente perché luogo dove si svolgeva il mercato, quindi per scopo commerciale, ma anche perché nello stesso luogo avvenivano anche le funzioni religiose e le assemblee cittadine. Indubbiamente un luogo di incontro e di scambio non solo di beni. In queste stesse piazze continuano a svolgersi i mercati.

“Mettiti la borsetta in testa e (s)cambia le tue idee!”, con questo invito Hannes Egger ha utilizzato un simbolo, la borsa, comunemente associata all’atto dell’acquisto, combinandola con un invito/azione pubblica, quella di metterla in testa. Sulla borsa è disegnato con essenziali tratti un volto, diventato anche il segno grafico che identifica l’artista. Hannes Egger chiede alle persone che incontra al mercato di indossare la borsa in modo tale che il proprio volto venga coperto da quello del disegno, creando una moltiplicazione di individui tutti uguali tra loro. L’artista attua in questo modo una riflessione sul consumismo e sulla creazione di una massa di consumatori attraverso un’azione contraria. Interessato a porre l’accento sull’atto dell’acquisto come un’azione e quindi scelta che possa tornare in potere al singolo, l’artista sottolinea la necessità di “riacquistare” una consapevolezza sia nelle scelte legate all’acquisto, sia sulla natura e il ruolo storico esercitato dai luoghi di mercato. Momento di scambio non solo di merci ma anche di idee e storie, l’artista s’interroga e chiede se il mercato rappresenta ancora la possibilità per arricchire le proprie singolarità.

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